Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran
parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde
di diversa lunghezza: ad ogni onda corrisponde un colore. Il nostro occhio
percepisce solo una piccola parte delle onde luminose esistenti in natura; a
questa corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l'arancio, il giallo,
il verde, l'azzurro, l'indaco e il violetto. Sebbene i fenomeni cromatici siano
stati indagati fin dall'antichità, la prima compiuta teoria sulla loro origine
fu formulata nel 1672 dal fisico inglese Isaac Newton, il quale dimostrò che la
luce, che vediamo bianca, è in realtà composta dai sette colori dello spettro
solare. Da quel giorno in poi la storia della fisica, ma anche della scienza in
generale, e dei colori si sono intrecciate per sempre.
In astronomia, la scienza che studia le origini e l’evoluzione
dei corpi che formano l’universo, le stelle sono state ovviamente da sempre
oggetto di moltissimi studi. Tra esse le stelle di tipo O, B e W, di colore
blu-azzurro, sono le più massicce e luminose a causa della loro alta
temperatura, visibili da grandissime distanze, ma anche le più rare. Queste
possono appartenere a diverse tipologie:
-Nana blu: una stella di sequenza principale molto calda, di
classe spettrale OV;
-Nana bianco-azzurra: una stella di sequenza principale di
classe spettrale BV, meno calda della p-recedente;
-Gigante blu: una stella gigante di colore blu, molto
massiccia ed estremamente luminosa, dalla vita di solo pochi milioni di anni;
-Supergigante blu: una stella supergigante di dimensioni e
luminosità ancora superiori; sono fra le stelle più luminose che si conoscano;
-Stella vagabonda blu: una stella insolita, presente
talvolta negli ammassi globulari o negli ammassi aperti più concentrati; si
pensa che derivi dalla fusione di due stelle di massa inferiore;
-Nana blu evoluta: un'ipotetica tipologia stellare derivante
dall'evoluzione delle nane rosse.
La fototerapia ad esempio è una tecnica curativa basata sull’uso
della luce. L’esposizione ad essa aumenta l’attivazione della vitamina D ed
inoltre esistono molte ricerche
internazionali che evidenziano
Fototerapia su neonato affetto da ittero |
l’effetto
antidepressivo della terapia della luce, la quale viene anche utilizzata come
trattamento del Parkinson, dell’acne, della psoriasi e dell’ittero neonatale. Per
quest’ultimo i neonati vengono esposti a delle lampade, in passato di luce
bianca, attualmente di colore blu che hanno un’efficacia di gran lunga
superiore.
In oculistica inoltre la tritanopia
è la cecità per il blu e il violetto; la tritanomalia invece è la parziale o insufficiente
capacità discriminativa per il blu o il violetto.
Nel 2014 la Royal Swedish Academy of Sciences ha conferito
il premio Nobel per la fisica a Isamu Akasaki, della Meijo University e della
Nagoya University, Hiroshi Amano, della Nagoya University, e Shuji Nakamura,
della University of California – Santa Barbara per l’invenzione di diodi
efficienti che emettono luce blu, che ha permesso lo sviluppo di sorgenti di
luce bianca luminose ed energeticamente economiche. È grazie ai loro sforzi se
lo smartphone che avete in tasca ha un flash così bianco e brillante: sono
infatti i led blu realizzati dai tre scienziati all’inizio degli anni novanta,
combinati con quelli rossi e verdi sviluppati trent’anni prima, che permettono
l’emissione di luce bianca continua. Quella dei flash degli smartphone, per
l’appunto, ma non solo: anche di fari delle automobili e illuminazione
domestica, tanto per citarne altre due.
Altri oggetti di numerosi studi fisici sono i laser,
dispositivi in grado di emettere un fascio di luce coerente, e in particolare
negli ultimi anni si è molto parlato dei laser blu che sono entrati nelle case
di tutti noi grazie alla nuova tecnologia Blu-ray. I dischi Blu-ray sono
supporti di memorizzazione ottica utilizzati principalmente per l'archiviazione
di dati video e audio in alta definizione, proposti dalla Sony nel 2002 come
evoluzione dei DVD. Seppur esteriormente identici ai supporti di plastica
utilizzati per realizzare CD e DVD, i dischi Blu-ray rappresentano un
grandissimo salto in avanti dal punto di vista tecnologico. Grazie all'utilizzo
di nuovi formati di archiviazione e differenti tecnologie di scrittura, questi
supporti possono contenere fino a 25 gigabyte su singolo strato di
registrazione, ovvero l'equivalente di circa 35 CD e 6 DVD.
Alla base di questa rivoluzione
l'utilizzo, per la lettura e
la scrittura del disco, di un diodo laser di colore blu (da qui anche il nome
della tecnologia e del disco). La lunghezza d'onda della luce blu (405 nm),
infatti, è minore rispetto a quella del rosso utilizzato nella lettura e
scrittura di CD (720 nm) e DVD (650 nm) e permette di scrivere su “tracce” più
strette, garantendo una maggiore densità di salvataggio. Fu usato il termine
Blu al posto della forma inglese corretta Blue poiché quest'ultima, essendo di uso
comune nella lingua inglese, non è registrabile come marchio. Il primo
apparecchio ad aver utilizzato commercialmente questa tecnologia fu la
PlayStation 3. Ad oggi il formato Blu-ray è supportato da oltre 180 società con
interessi nel mondo dell'intrattenimento, della musica, del cinema,
dell'informatica, dell'elettronica di consumo, dei videogame e altro. I film in
Blu-ray sono ormai la norma e i titoli disponibili sono diverse decine di
migliaia.
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